La violenza psicologica è un fenomeno difficile da individuare e quindi da reprimere. Come quella fisica, anche la violenza psicologica è un reato, tuttavia il Codice penale non ne prevede una fattispecie autonoma.
Questo significa che la violenza psicologica - in base al tipo di condotta e al contesto in cui avviene – viene fatta rientrare in una serie di altri reati, tra i quali:
- maltrattamenti in famiglia, ex articolo 572 del Codice Penale, che si realizzano con violenze fisiche o psicologiche all’interno del nucleo familiare;
- minaccia, ex articolo 612 del Codice Penale, che è una violenza verbale che può assumere i connotati della violenza psicologica quando particolarmente grave, intimidatoria e tale da intimorire la vittima;
- violenza privata, ex articolo 610 del Codice Penale, cioè la violazione della libertà personale e la costrizione di fare o non fare sotto violenza (fisica o psicologica) o minaccia;
- stalking, ex articolo 612 bis, che realizza la violenza psicologica della vittima attraverso atti persecutori e perpetrati nel tempo, minacce e molestie, tali da condizionare le scelte di vita della vittima.
Come denunciare la violenza psicologica
Come abbiamo avuto modo di vedere anche la violenza psicologica è reato, anche se non autonomo, pertanto la vittima deve denunciare il colpevole e per farlo è sufficiente recarsi presso gli uffici delle Forze dell’ordine oppure tramite l'App della Polizia di Stato YouPol .
Esistono diverse modalità per sporgere una denuncia:
- in forma orale, quando la persona che denuncia si limita a descrivere oralmente la fattispecie di reato, il Pubblico ufficiale in seguito redigerà un verbale della dichiarazione;
- in forma scritta, quando chi denuncia procede alla compilazione del modulo apposito disponibile negli uffici delle Forze dell’ordine. La procedura di compilazione è assistita da un valido assistente.
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tramite l’App YouPol.
In ogni caso è utile indicare quanti più dettagli possibile riguardo ai fatti, ai luoghi e ai tempi, saranno poi le Forze dell’ordine a verificare di che tipo di reato si tratta.
Sono stata vittima di violenza psicologica come lo dimostro?
Molto spesso, purtroppo, le vittime di violenza psicologica rinunciano a denunciare il colpevole perché pensano di non poter provare il fatto davanti al giudice.
Tuttavia anche se non si tratta di lesione fisiche e di gesti tangibili, anche la violenza psicologica può essere provata, in molti modi, quali per citarne alcuni:
- registrazione di chiamate o sms;
- fotografie;
- testimonianze di persone fidate;
- registrazioni audio e video che riprendono i comportamenti dell’aggressore.
A tal proposito, precisiamo che registrare delle telefonate è del tutto legale, anche se non si ha il consenso dell’altro interlocutore né tanto meno l’autorizzazione preventiva del giudice o della polizia.
a chi rivolgersi per farsi aiutare
L’abuso emotivo, come le altre forme di violenza, prospera nell’oscurità quando nessuno lo capisce, ne parla o lo riconosce.
Non di rado le persone che circondalo le vittime di abuso emotivo tendono invano di ammonirle finendo anche loro per farle sentire sbagliate nel non riuscire a prendere le distanze da queste persone come se esse stesse scegliessero consapevolmente ed intenzionalmente di legarsi a persone che vogliono distruggerle!
Occorre, pertanto, chiedere aiuto a persone competenti per non rischiare di fare peggio e restare ancora più imbrigliate nella rete dell’abusante.
Bisogna parlarne con uno psicologo oppure rivolgersi ad una delle numerose cooperative presenti sul territorio nazionale o chiamare l’1522 per ricevere un primo contatto telefonico oppure chatattare con le operatrici tramite l’App 1522.
Questo non solo è il modo migliore per uscirne, ma permette anche di alleggerire le responsabilità verso sé stesse: siete da sempre abituate a fare tutto da sole, a portare tutto il peso sulle vostre spalle e a preoccuparvi sempre degli altri, questa volta bisogna lasciare che qualcuno abbia cura di voi e vi aiuti a ritrovare la vostra serenità, velocizzando il vostro percorso di guarigione.
Avv. Fatima Santina Kochtab
Alla luce dei dati elencati risulta utile:
- saper riconoscere la violenza;
- individuare le possibili modalità tramite quali uscirne;
- non esserne complice.
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