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“Calabria terra mia” e la cattiva rappresentazione della donna calabrese.

All’indomani della presentazione del corto di Silvio Muccino sulla Calabria, dal titolo “Calabria terra mia”, tante sono le critiche al fatto che ben poco si vede di questa terra, nessun riferimento alle bellissime montagne che sprofondano sul mare a creare un paesaggio spettacolare ed unico nel suo genere. Per non parlare dei prodotti tipici di questa spettacolare terra, si parla del bergamotto e delle clementine ma nessun riferimento ai vigneti che offrono un vino strepitoso, al peperoncino della Calabria ed al suo festival che ogni anno convoglia a Diamante centinaia di turisti provenienti da tutto il mondo. Ed il cedro? Esiste una grossa fetta di costa calabrese dedicata proprio a questo agrume dai colori giallo oro, profumi intensi e sapori strepitosi (la Riviera dei Cedri n.d.r.). Per non parlare dello smisurato patrimonio storico-archeologico della Calabria che meriterebbe una menzione d’onore. Nulla di tutto questo è rappresentato nel corto di Muccino.

 

 

Il corto di Gabriele Muccino e la donna calabra dei tempi andati

Da brava femminista calabrese, emancipata ed orgogliosa della sua terra quale sono ho notato, altresì, un ulteriore particolare che forse è sfuggito agli occhi più attenti dei critici o che ad ogni modo è passato in secondo piano a favore di critiche mosse al mancato raggiungimento dell’obiettivo sperato (promuovere una terra ricca di sapori, colori ed emozioni). Il particolare a cui mi riferisco si trova al minuto 1.30 del video, in quel tratto di corto appare una ragazza, in totale contraddizione rispetto alle curve longilinee ed al vestito succinto della Morales, vestita con una gonna rigorosamente sotto le ginocchia e nera, capelli scuri raccolti in una specie di treccia di cui ne ho ricordi in vecchie foto in bianco e nero di mia nonna (per rendere l’idea da quanto non se ne vedono più da queste parti) e dal fisico carnuto.

 

 

A coronare la scena ci sono ragazzi, con addosso gli abiti dei nonni calabresi, che guardano compiacenti la bella ragazza proveniente da fuori e chiaramente invidiano al loro conterraneo espatriato e rientrato a far visita con una simile dea. I loro sguardi languidi lasciano trasparire pensieri poco raccomandabili verso una bellezza a cui sembra che non siano abituati.

 

 

Insomma, il corto di Muccino oltre a non celebrare affatto la Calabria ne sminuisce anche gli abitanti e le abitanti con una descrizione antiquata e sessista.

 

La Calabria madre di donne belli, intelligenti ed influenti che hanno fatto la storia

Sarebbe bastato poco, guardarsi in torno e vedere quante belle donne abitano e vivono in Calabria o anche una banale ricerca web sarebbe stata sufficiente per portare alla luce il nome e le immagini di molte belle donne dalle curve perfette e dai lineamenti incantevoli originarie di questa bellissima terra.

 

 

Per non parlare delle donne influenti, dalla carriera brillante ed emancipate figlie di questi luoghi incantevoli, per citarne alcune:

 

 

Caterina Tufarelli Palumbo, la prima donna sindaco in Italia.

 

 

 

Laureata in giurisprudenza, fu eletta sindaco all’unanimità, il 24 marzo 1946, nel comune di San Sosti (provincia di Cosenza) all’età di 24 anni. Si impegnò molto per migliorare le sorti del suo paese e la vita della gente. Fece costruire scuole, strade, l’acquedotto, l’orologio, il mercato coperto e una struttura per le famiglie meno abbienti. A fine legislatura, nel 1952, lasciò un bilancio consuntivo con tutte le opere realizzate, scusandosi per quello che non era riuscita a fare. Morì il 7 dicembre 1979 a soli 57 anni, è stata una donna che ha insegnato come agisce chi ama davvero la propria Regione.

 

 

Rita Pisano, sindaco del suo Pese per ben 20 anni e musa ispiratrice di Pablo Picasso.

 

 

 

 Esempio di donna forte e sensibile, nata a Pedace (provincia di Cosenza) nel 1926, si iscrisse giovanissima al PCI. Donna inflessibile contro le ingiustizie sociali e le diseguaglianze, fu sindaco del suo paese per 20 anni: dal 1964 al 1984, anno della sua prematura morte. Ma il suo nome è reso celebre anche da un particolare episodio: quando aveva 23 anni, a Roma, incontrò il celebre pittore Pablo Picasso, che incantato dalla sua bellezza le fece un ritratto, dal titolo “Jeune fille de Calabre”.

 

 

 

 

Jole Giugni Lattari, la prima donna a entrare in Parlamento.

 

 

 

 

 

È stata la prima donna calabrese a entrare in Parlamento, nonché la prima donna d’Italia a essere eletta nelle liste del Movimento Sociale Italiano. Nelle file del MSI ha conquistato un ruolo di leader, grazie al suo impegno in ogni attività e alla sua eloquenza. Attivò diverse proposte di legge a favore della scuola, salvò l’industria metallurgica in Calabria, cercò di realizzare porti, strade e ferrovie nella nostra Regione. Donna esemplare, che ha lavorato per veder fiorire questa Terra.

 

 

 

Mia Martini, interprete sensibile e straordinaria, l’unica ad aver vinto due Festivalbar consecutivamente.

 

 

 

 

Domenica Rita Adriana Bertè, in arte Mia Martini, nasce il 20 settembre 1947 a Bagnara Calabra, paesino in provincia di Reggio Calabria.

 

Mia Martini è stata una delle cantanti più espressive, dotate, versatili e umane della storia della nostra musica. Un’interprete magnifica, sfortunata per le tante cattiverie che ha dovuto subire ma sempre in grado di mantenere la sua dignità sul palco e fuori. È l'unica interprete femminile ad aver vinto due Festivalbar consecutivamente, rispettivamente nel 1972 (con Piccolo Uomo) e nel 1973 (con Minuetto).

 

 

Jole Santelli, donna tenace e forte, è stata la prima donna presidentessa della Regione Calabria che ha onorato impegnandosi
nello svolgimento delle sue funzioni sino al momento più estremo della sua esistenza in vita.

 

 

 

Jole Santelli, nata a Cosenza nel 1968 è stata una politica italiana e la prima presidente donna della Calabria, il suo mandato è durato otto mesi, dal 15 febbraio al 15 ottobre del 2020, giorno della sua prematura scomparsa.

 

Di professione è stata un’avvocata: dopo essersi laureata in giurisprudenza nel 1992 e specializzata in diritto e procedura penale presso l'Università di Roma La Sapienza, ha affiancato durante la pratica forense illustri giuristi dal calibro di Tina Lagostena BassiVincenzo Siniscalchi, Cesare Previti.

 

Deputata dal 2001 al 2020, è stata sottosegretaria di Stato al Ministero della giustizia dal 2001 al 2006 nei governi Berlusconi II e III, nonché sottosegretaria al Ministero del lavoro e delle politiche sociali da maggio a dicembre 2013 nel Governo Letta. Nel 2020 eletta a Governatrice della Calabria.

 

 

 

 

Donatella Versace, regina indiscussa della moda italiana, stilista alla guida dell’omonima casa di moda.

 

 

 

Donatella Versace, nasce a Reggio Calabria, 2 maggio 1955, stilista italiana, sorella di Gianni Versace, il fondatore dell'omonimo impero della moda Versace.

 

Laureata in Lingue all'Università di Firenze, entra nel mondo della moda durante gli anni ottanta, quando Versace si trasferisce a Milano e inizia a imporsi nel mondo del fashion. Inizialmente Donatella si occupa della comunicazione, le pubbliche relazioni e l'immagine del brand. Successivamente il fratello Gianni le affida la direzione del noto marchio Versace Versus. Nel luglio 1998, un anno dopo l'omicidio del fratello per mano di un tossicodipendente, Donatella disegna la sua prima linea moda Versace.

 

 

Questo e molto altro è Calabria terra mia…

 

 

 

Avv. Fatima Santina Kochtab

 

 

 

 

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